Storico e uomo politico italiano. A causa delle sue idee liberali, ancora
giovane, fu costretto a trasferirsi in Sicilia dove, per lo stesso motivo,
subì anche il carcere. Liberato per intercessione di Macedonio Melloni,
si recò nel Granducato di Toscana dove attese a studi storici e
pubblicò nel 1846, per l'editore Le Monnier, le opere complete di Camillo
Porzio. Collaborò inoltre all'"Archivio storico italiano" e alla "Rivista
di Firenze" di Vannucci. Amico di Gioberti, ne iniziò la pubblicazione
delle opere, poi interrotta per le pressioni delle autorità granducali.
Attivo sostenitore dell'unione fra Toscana e Piemonte, fu eletto per cinque
legislature come deputato di centro-sinistra del nuovo Parlamento. Urbano
Rattazzi lo nominò nel 1867 segretario di Stato (Reggio Emilia 1820 -
Roma 1889).